Per quanto riguarda il comparto immobiliare segnaliamo l’articolo 1:
- comma 28 che proroga il superbonus del 110% con scadenze differenziate in base al soggetto beneficiario. Per i lavori effettuati sulle parti comuni del condominio o dai singoli proprietari degli alloggi in condominio, su quelli riferiti ad edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate ed infine su quelli svolti da Onlus, organizzazioni di volontariato e Aps il superbonus viene prorogato fino al 2025 con una riduzione dello sgravio dal 110% al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Per gli interventi sulle c.d. villette unifamiliari la proroga del 110% è soltanto fino al 31/12/2022 e a condizione che al 30/06/2022 siano stati svolti almeno il 30% dei lavori. Per gli ex IACP nessuna proroga della norma già vigente per cui il superbonus resta previsto fino al 31/12/2023 purché al 30/06/2023 siano stati completati almeno il 60% dei lavori. La norma prevista per gli ex IACP viene invece estesa alle cooperative di abitazione a proprietà indivisa per gli interventi effettuati su immobili assegnati in godimento ai soci.
- comma 37 che proroga al 31 dicembre 2024 gli eco e sismabonus ordinari (con sgravi variabili dal 50% al 85%), le detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia (50%) e per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici a risparmio energetico (50% su un massimale di spesa che nel 2023 scende da 10.000 a 5000 euro).
- comma 38 che proroga al 2024 il green bonus per la sistemazione a verde di aree scoperte di immobili privati (36% su un massimale di spesa di 5000 euro).
- comma 39 che estende al 2022 il c.d. bonus facciate riducendo però lo sgravio dal 90% al 60%.
- comma 42 che introduce per il 2022 una nuova detrazione per gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche nella misura del 75% calcolato entro certi massimali.
- comma 151 che proroga per il 2022 le agevolazioni per l’acquisto della prima casa previste in favore degli under 36 con ISEE non superiore a 40.000 euro e il successivo comma 152 che assegna al Fondo di garanzia per la prima casa 242 milioni di euro per l’anno 2022.
- comma 155 che estende l’ambito di applicazione della detrazione che era già stata prevista in favore dei giovani con reddito non superiore a 15.493,61 euro che stipulano un contratto di locazione ai sensi della legge 431 del 1998 per un immobile da utilizzare come propria abitazione principale: la detrazione viene ora concessa ai giovani da 20 a 31 anni, resa applicabile anche in caso di locazione parziale e soprattutto elevata fino al 20% del canone annuo entro il limite massimo di 2000 euro di detrazione e fermo restando l’importo minimo di 991,6 euro di detrazione che è comunque spettante.
- commi dal 534 al 542 che sono riferiti ai progetti di rigenerazione urbana per i Comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti e rivolti a colmare una lacuna lasciata dal Recovery Plan che si occupa da questo punto di vista soltanto delle città con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Si tratta complessivamente di 300 milioni di euro che verranno assegnati in base a proposte che dovranno essere presentate entro la fine del mese di marzo ed ispirate agli stessi obiettivi già fissati dal PNRR per i programmi di rigenerazione urbana dei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e cioè: a) riutilizzo e rifunzionalizzazione di aree e strutture edilizie pubbliche esistenti a fini di pubblico interesse; b) miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale; c) interventi per la mobilità sostenibile.
- commi 675 e 676 che istituiscono un nuovo fondo di solidarietà per i proprietari di immobili occupati abusivamente per l’assegnazione di contributi a compensazione delle perdite derivanti dalla mancata utilizzazione degli immobili e che viene finanziato con 10 milioni di euro.
Sappiamo bene che questa legge di bilancio ha costituito un passaggio che la Cisl ha rimarcato positivamente, sia per la ripresa di un confronto di merito con il Governo dopo anni all’insegna della disintermediazione, sia per i risultati concretamente raggiunti, in particolare per quanto riguarda le risorse impiegate per il taglio dell’Irpef di cui beneficeranno in gran parte i pensionati e i lavoratori dipendenti che, come è noto, contribuiscono per circa l’85% del gettito complessivo. Non possiamo non guardare positivamente anche noi a questi risultati. Come Sicet dobbiamo però registrare che per l’ennesima volta la legge di bilancio non soddisfa le nostre attese. Nel complesso le norme dettate per il nostro settore corrispondono sostanzialmente a misure anticicliche per il rilancio dell’attività edilizia o a provvedimenti di favore verso alcune particolari categorie (come i giovani e i disabili) che sono sicuramente meritevoli di una speciale attenzione ma che al tempo stesso esprimono solo una minuscola parte del disagio abitativo effettivamente esistente nel nostro paese. Comprendiamo anche la necessità di rassicurare i proprietari a fronte di una povertà crescente e ad un aumentato rischio di occupazioni abusive. Restiamo però dell’idea che prima di dedicarsi ad eventuali effetti collaterali andrebbe somministrata la medicina per prevenire ulteriori fenomeni di lacerazione sociale. Viceversa la nuova legge di bilancio riporta un nuovo drammatico taglio degli stanziamenti previsti per ridurre il disagio abitativo. Infatti ai 240 milioni di euro complessivamente stanziati per il 2022, che quanto meno stanno nella scia dei 260 milioni previsti per il 2021, si contrappone la previsione di poco più di 10 milioni per il 2023 e altrettanto per il 2024. Naturalmente contiamo di recuperare con la legge di bilancio dell’anno prossimo ma non possiamo che dirci seriamente preoccupati oltre che profondamente amareggiati. Vero è che rispetto al 2021 risulta ora maggiormente finanziata l’edilizia residenziale sociale e che lo stanziamento complessivamente previsto alla voce “Casa e assetto urbanistico” risulta aumentato di 120 milioni di euro. Si passa infatti dai quasi 670 milioni del 2021 a poco meno di 790 milioni per il 2022. Naturalmente, come già sottolineato tante altre volte, resta sempre l’incognita circa la quota parte che verrà effettivamente utilizzata per ampliare l’offerta di alloggi a canone sociale. Capiamo la maggiore propensione degli operatori economici verso formule più accattivanti come quella dell’housing sociale. Meno comprensibile e giustificabile è invece l’atteggiamento di buona parte del mondo politico e istituzionale che, anziché affrontare il problema di un generale e grave impoverimento di larghi strati della popolazione, preferisce sponsorizzare soluzioni che grosso modo corrispondono ad un trattamento dei sintomi più lievi del problema stesso.
Gazzetta Ufficiale con la legge di bilancio per il 2022