L’annuncio fatto dalla sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra che Leu non voterà il nuovo articolo 2 della delega fiscale – uno dei pilastri della riforma – fa apparire l’accordo politico raggiunto giovedì scorso a Palazzo Chigi meno granitico e preannuncia un percorso parlamentare accidentato. È in questo contesto di accesa dialettica tra i partiti che il Sicet Cisl torna alla carica sulla cedolare secca sui redditi da locazione. L’idea, che è al centro della piattaforma unitaria delle associazioni degli inquilini e di Cgil Cisl Uil, è quella di andare verso l’abolizione della cedolare secca al 21% per i contratti a canone libero e al contempo confermare l’aliquota agevolata del 10% per incentivare la contrattazione di settore.

Per il segretario generale del Sicet Fabrizio Esposito “così come è configurata la cedolare secca è regressiva perché l’aliquota del 21% crea un indebito vantaggio fiscale per la fascia alta del mercato, invece noi abbiamo bisogno di allargare l’offerta di case a costi ragionevoli nella fascia medio-bassa. Inoltre, l’allargamento nel 2017 della cedolare al 21% anche ai cosiddetti affitti brevi ha aggiunto un ulteriore elemento di distorsione nel mercato della locazione riducendo ulteriormente l’offerta di abitazioni, specie nelle città turistiche. Il regime sostitutivo va bene se incentiva la contrattazione, altrimenti è un altro bonus per i percettori di redditi alti, col risultato che oggi il 97 per cento del gettito Irpef arriva da lavoratori dipendenti e pensionati”, osserva dati alla mano il segretario del sindacato inquilini della Cisl.

La proposta allora è quella di confermare solo la cedolare secca al 10% “per avviare una grande stagione di contrattazione. Dobbiamo usare la leva fiscale in modo intelligente – spiega Esposito – per allargare il mercato della locazione negoziata e rendere più sostenibili i canoni di affitto”. Come si convincono i proprietari di immobili? Esposito sposa la proposta di patto sociale rilanciata da Luigi Sbarra nel corso del XIX congresso nazionale della Cisl: “Il patto sociale è il metodo per affrontare in modo strutturale i problemi della casa nel nostro paese. Noi vogliamo lavorare insieme alle associazioni dei proprietari per creare un vero mercato della locazione e per raffreddare l’emergenza abitativa perché un mercato regolato significa per le famiglie canoni più sostenibili e minore rischio di finire nell’area della morosità e per i proprietari maggiore puntualità nella riscossione dei canoni e una gestione non conflittuale del rilascio degli appartamenti al termine della locazione”, conclude il segretario del Sicet Cisl.