Archiviato con successo il Primo Maggio, sindacati confederali al lavoro sulla campagna di mobilitazione «per una nuova stagione del lavoro e dei diritti» che culminerà con le manifestazioni nazionali di Bologna, Milano e Napoli rispettivamente il 6, il 13 e il 20 maggio. Tra le proposte che compongono la piattaforma messa a punto da Cgil, Cisl e Uil figurano anche quelle legate al mondo della casa e del welfare abitativo, in continuità con la piattaforma specifica per il rilancio delle politiche abitative che i sindacati inquilini hanno elaborato e sostenuto insieme alle confederazioni lo scorso anno. Per i sindacati «è urgente rilanciare le politiche abitative nel nostro paese e affrontare la nuova fase di emergenza, in particolare nelle aree metropolitane e a maggiore tensione abitativa, determinata dall’aumento dei costi dell’abitazione e dalla ripresa generalizzata dell’esecuzione degli sfratti». I sindacati confederali rivendicano «un vero piano di edilizia residenziale pubblica, la messa a disposizione del patrimonio pubblico di abitazioni inutilizzate e il rifinanziamento dei fondi affitto e morosità incolpevoli».

Per il segretario del Sicet Cisl Fabrizio Esposito «si tratta di un importante segnale di attenzione che consente di rilanciare con ancora più forza il tema dell’emergenza abitativa, tema che è stato del tutto rimosso dall’agenda politica del Governo, così come sono state rimosse le risorse collegate al welfare abitativo, in primis quelle destinate al sostegno alle famiglie che sono in difficoltà con il pagamento dei canoni di affitto per effetto della perdita di potere di acquisto provocata dall’impennata dei prezzi». Secondo Esposito «sulla casa si scaricano le contraddizioni e le tensioni che si sono accumulate in decenni di assenza di politiche strutturali per l’abitare. Il sistema non può reggere con circa 10 milioni di case inutilizzate, quasi 900 mila famiglie in povertà assoluta in affitto, 650 mila famiglie in attesa di un alloggio popolare e la ripresa degli sfratti dopo le misure tampone legate alla pandemia. Per questo è urgente che il welfare abitativo non sia più considerato la cenerentola del sistema di protezione sociale ma uno dei muri portanti del welfare del futuro».