Poichè si stanno verificando alcuni episodi che rischiano di pregiudicare il buon andamento della contrattazione che viene svolta a livello locale in base alla legge 431 del 1998, riteniamo opportuno tornare su alcune questioni. In primo luogo ricordiamo che ai Comuni è riconosciuto un mero potere di impulso della contrattazione locale, peraltro non esclusivo perché la L. 431/98 riconosce implicitamente alle OO.SS. un potere di autoconvocazione per definire l’accordo locale. Certamente il Comune, in quanto soggetto super partes interessato a garantire il corretto funzionamento del sistema di contrattazione a livello locale, conserva una certa preminenza sul piano procedurale e infatti il Ministero delle Infrastrutture: 1) rispondendo ad un quesito del Sicet Nazionale con nota del 19/04/19 ha precisato che spetta al Comune il compito di verificare la rappresentatività delle OO.SS a livello locale prescindendo da una loro eventuale appartenenza alle OO.SS maggiormente rappresentative a livello nazionale; 2) con nota del 14/11/19 indirizzata al Comune di Udine ha riconosciuto la validità dell’accordo locale siglato dalle OO.SS convocate dal Comune ed escluso quella dell’accordo fatto da altre OO.SS che si erano autoconvocate. Fatte queste premesse vi sollecitiamo a prestare particolare attenzione al rischio di accordi separati. Eventualità tutt’altro che remota, stante anche il parere reso dal MIT che, sulla scorta di una sciagurata interpretazione della Direzione Regionale Entrate della Lombardia, con nota del 19/02/20 ha riconosciuto la validità di accordi separati sottoscritti e depositati senza formale convocazione da parte del Comune. Poiché la ratio della normativa è quella di ricollegare i benefici fiscali ad un trattamento economico e normativo che costituisce un limite massimo invalicabile fissato nell’accordo, non si comprende come possa essere riconosciuta contemporaneamente la validità di accordi aventi un contenuto diverso. È chiaro poi che ammettere questa possibilità significa mettere sostanzialmente fuori gioco gli accordi meno appetibili per il locatore che ovviamente, a parità di sgravi fiscali, tenderà ad applicare quello che gli è più favorevole. Vi è insomma il rischio di una diffusione del dumping contrattuale da parte di alcune OO.SS. degli inquilini più accondiscendenti rispetto alle pretese della controparte ed interessate soprattutto a rilasciare il maggior numero possibile di attestazioni. In questi casi occorre dunque intervenire chiedendo al Comune di convocare con la massima urgenza tutte le OO.SS maggiormente rappresentative a livello locale al fine di promuovere la sottoscrizione e il deposito di un unico accordo. Naturalmente sarebbe auspicabile una soluzione definitiva mediante una diversa presa di posizione del MIT. Ma in ogni caso occorre prima di tutto far leva sul Comune evidenziando la necessità di garantire il corretto funzionamento del sistema di contrattazione e la certezza del diritto nel suo territorio di pertinenza, anche ai fini dell’applicazione dello sgravio IMU.