L’emergenza sanitaria in corso – per la sua portata, i suoi effetti e l’indeterminatezza dei tempi di soluzione – ha messo in crisi i redditi di moltissime famiglie, in particolare di quelle economicamente più deboli, che si trovano spesso sprovviste delle risorse necessarie per fare fronte alle necessità di base e, in molti casi, nell’impossibilità di rispettare gli impegni economici e contrattuali precedentemente assunti. L’impatto di questa crisi sul sistema abitativo, in particolare sull’affitto e sull’emergenza alloggiativa, genererà ulteriore disagio sociale e conflittualità. Si insinuerà in un mercato della locazione già fortemente compromesso da una illegalità contrattuale diffusa e un’evasione fiscale di settore assolutamente elevata. Nonostante ciò, nell’attuale contesto eccezionale e in termini emergenziali, sul versante abitativo è necessario attuare strumenti straordinari di sostegno alle famiglie in affitto o che non hanno un’abitazione, attraverso lo stanziamento di risorse specifiche e modalità puntuali di gestione delle procedure amministrative. Lo si deve fare, però, attraverso interventi e risorse eccezionali che devono tenere ben presente alcuni obiettivi precisi:
– evitare la dispersione delle risorse individuando precisamente gli ambiti di intervento e le regole di ripartizione;
– agire in modo celere, ma con interventi realmente efficaci rispetto all’emergenza che si intende affrontare e risolvere;
– essere indirizzati/e prioritariamente alle famiglie locatarie in difficoltà economica conseguente all’emergenza sanitaria;
– evitare di avallare, direttamente o indirettamente, sul versante della locazione situazioni contrattuali irregolari o, addirittura, illegittime;
– derogare ad alcune norme concedendo la possibilità di rescissione contrattuale anticipata da parte dei conduttori. Indichiamo di seguito le iniziative che il Governo dovrebbe assumere per affrontare in via del tutto temporanea le difficoltà in ambito abitativo conseguenti all’emergenza sanitaria.
1) Costituzione di un FONDO STRAORDINARIO NAZIONALE, pari almeno a 150 milioni da destinare esclusivamente al pagamento integrale o parziale dei canoni di locazione in scadenza nel periodo 1 gennaio -31 agosto 2020, al quale possono accedere tutti conduttori titolari di un contratto di locazione in regime privatistico che, a seguito dell’emergenza COVID-19, hanno perso o hanno avuto una significativa riduzione del reddito familiare. I criteri di ripartizione delle risorse del FSN sono definiti in accordo con Regioni e Comuni. Al fine di rendere celere per i cittadini l’accesso al FSN e l’erogazione dell’eventuale contributo è opportuno prevedere criteri univoci di partecipazione sul territorio nazionale, la centralizzazione della raccolta delle domande (anche attraverso la predisposizione di un’apposita piattaforma informatica nazionale), l’utilizzo dell’autocertificazione lasciando ai Comuni l’onere della verifica, anche postuma, della veridicità di quanto dichiarato in sede di domanda. Le Regioni e i Comuni possono concorrere al FSN con risorse proprie che, in misura aggiuntiva, saranno utilizzate per gli inquilini residenti sul territorio. Nei confronti degli inquilini che presentano la richiesta di accesso al FSN e fino alla conclusione della procedura amministrativa, sono sospesi gli effetti giuridici derivanti dal mancato pagamento del canone.
2) Rifinanziare, con decorrenza primo settembre 2020 il Fondo Sostegno Affitti (FSA) con almeno 300 milioni, unificandolo al Fondo per la morosità incolpevole, ridefinendo criteri di ripartizione territoriale delle risorse e modalità di accesso da parte dei cittadini.
3) Intervenire con una normativa specifica temporanea che, fermo restando i principi generali dell’ordinamento di settore, consenta a specifiche categorie di conduttori (es. studenti fuori sede, lavoratori stagionali, condizioni locatizie transitorie,…) di rescindere il rapporto di locazione in tempi brevissimi, comunque inferiori a quelli contrattualmente previsti, senza che ciò comporti penali o contestazione di inadempimento ovvero favorendo e sostenendo, per chi intende mantenere in essere il rapporto di locazione, forme di rinegoziazione delle condizioni contrattuali.
4) Individuare e adottare tutti gli strumenti normativi d’urgenza che mettano in grado i Comuni di intervenire sulle condizioni di emergenza abitativa più gravi, quali i cittadini senza una dimora o i nuclei familiari in particolari condizioni di fragilità socioeconomica sprovvisti di adeguata sistemazione alloggiativa.
5) Estendere agli IACP, comunque denominati, l’esenzione IMU sugli alloggi di edilizia residenziale pubblica, uniformare il trattamento fiscale su tutto il territorio nazionale, mettendo questi Enti nelle condizioni di fronteggiare le probabili problematiche economiche e di bilancio, con ulteriori cadute gestionali, dovute dalla riduzione delle entrate dei canoni e delle spese conseguenti alle difficoltà economiche delle famiglie assegnatarie;
6) Ampliare l’ambito di interesse del contributo per la casa di € 280,00 previsto dal reddito di cittadinanza includendo, unitamente al canone di locazione, anche gli oneri accessori e le spese relative ai servizi in senso stretto (tra le quali le utenze domestiche).