Si allega il dossier parlamentare sul Documento di Economia e Finanza (DEF) approvato la settimana scorsa dal Governo. Trattandosi del principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio in una prospettiva di medio-lungo termine, non possiamo non rilevare la nostra grande preoccupazione per l’assenza di un qualsivoglia tentativo di rilancio delle politiche abitative nel senso prospettato con la piattaforma che CGIL CISL UIL SUNIA SICET UNIAT e UNIONE INQUILINI hanno presentato unitariamente lo scorso mese di marzo. Vengono semplicemente richiamate le misure già previste, in particolare quelle contenute nel PNRR sottolineando il potenziamento del social housing con i beni confiscati alla mafia. Idem per quanto riguarda il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021-2023 che evoca semplicemente l’opportunità di mettere a disposizione parte del patrimonio immobiliare pubblico al fine di contrastare i fenomeni di povertà abitativa e contiene alcune azioni specifiche (Servizi per la residenza fittizia, Housing first, Pronto intervento sociale) volte a tamponare il disagio abitativo estremo. Viene infine riproposto il quadro delle risorse dedicate alla coesione economica, sociale e territoriale dalla programmazione nazionale (Fondo Sviluppo e Coesione) e da quella comunitaria (Fondo Sociale Europeo, Fondo Sviluppo Regionale, …). A questo proposito segnaliamo che soltanto le risorse autorizzate per il Fondo Sviluppo e Coesione del ciclo 2014-2020 ammontavano a oltre 68 miliardi di euro e tuttavia non ci pare sia stata colta l’occasione per realizzare consistenti interventi di politica abitativa. Per fare un esempio nel caso del Piano di Sviluppo e Coesione della Città metropolitana di Palermo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 marzo scorso non risulta stanziato neppure un euro per l’area tematica “sociale e salute” mentre vi è soltanto il 7% delle risorse alla voce “riqualificazione urbana”.
Vi è evidentemente un problema generale di metodo che risente del mancato o insufficiente coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, a livello nazionale come su quello locale. Problema che peraltro abbiamo sollevato sistematicamente nei colloqui avuti al Ministero delle Infrastrutture e con i partiti politici (PD, LEU, M5S) che abbiamo incontrato finora dopo il lancio della piattaforma unitaria.