Si allega l’ultimo “Rapporto sull’evasione fiscale e contributiva” predisposto dall’apposita Commissione nominata ai sensi del Decreto Legislativo 160/2015 e recepito la settimana scorsa dal Governo a corredo della NADEF (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza). Stando a questa relazione dal 2017 è in atto un trend positivo di riduzione dell’evasione fiscale e contributiva che nel 2019 si colloca per la prima volta, sia pure di poco, al di sotto dei 100 miliardi di euro. Anche nel settore delle locazioni si osserva una continua diminuzione dell’evasione fiscale che viene spiegata sostanzialmente come un beneficio prodotto dal riconoscimento della flat tax sugli affitti. Viene però subito precisato che questo effetto emersione determinato dalla cedolare secca “non è stato sufficiente ad assicurare la copertura delle minori entrate derivanti dalla riduzione dell’imposizione e ha avuto effetti regressivi in termini di distribuzione del reddito, a beneficio dei contribuenti più ricchi”. In effetti raffrontando i dati 2015-2019 sull’evasione fiscale nel settore delle locazioni risulta un recupero di gettito pari a 724 milioni di euro mentre il risparmio fiscale conseguito dai contribuenti che hanno scelto la tassa piatta sugli affitti è decisamente più ampio. Come riportato in una nostra precedente circolare nel 2021 soltanto la perdita di gettito riconducibile all’applicazione della flat tax sui contratti liberi in luogo della corrispondente aliquota fiscale ammonta a 1.595 milioni di euro di cui beneficiano per il 62% (989 milioni) i contribuenti con un reddito superiore a 50.000 euro e per il 93% (1482 milioni) i contribuenti con redditi superiori a 28.000 euro. In altre parole la tassa piatta sugli affitti, non soltanto sottrae risorse al bilancio pubblico, ma favorisce l’aumento delle disuguaglianze. In particolare la cedolare secca sui contratti liberi, essendo prevista a prescindere da un qualsivoglia trattamento migliorativo in favore dell’inquilino, costituisce una premialità difficilmente giustificabile in linea di principio. Pertanto non possiamo che confermare la nostra richiesta di abolizione della cedolare secca sui contratti liberi o quanto meno il suo innalzamento per favorire una maggiore diffusione dei contratti concordati. Peraltro all’ampliamento del differenziale fiscale dovrebbe far seguito una nuova tornata contrattuale per la riduzione dei canoni concordati attualmente fissati negli ultimi accordi sindacali.

RAPPORTO EVASIONE FISCALE E CONTRIBUTIVA 2022