In allegato la legge 6/2023 di conversione del decreto aiuti quarter. Fra le modifiche apportate in sede di conversione segnaliamo l’articolo 14 quinquies che, nell’ambito del fondo già istituito presso il Ministero dell’Interno per gli investimenti dei Comuni dal 2025 al 2034, fissa una quota che deve essere destinata ai progetti di rigenerazione urbana dei Comuni con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti. Viene così reso strutturale il finanziamento già previsto con la legge di bilancio per il 2022 che aveva stanziato 300 milioni di euro per favorire la rigenerazione urbana anche nei Comuni con meno di 15.000 abitanti, colmando una lacuna lasciata dal PNRR che contiene analoghe misure ma rivolte esclusivamente ai Comuni più popolosi. Peraltro, il decreto attuativo del Ministero dell’Interno per l’utilizzo di questi 300 milioni ha espressamente previsto la possibilità di utilizzare i finanziamenti per un rafforzamento delle infrastrutture sociali ad uso abitativo. Fra le modifiche apportate in sede di conversione del decreto aiuti quarter manca invece l’estensione della proroga del superbonus per gli ex Iacp che scade alla fine del 2023. Pur essendo state avanzate istanze di questo tipo da esponenti parlamentari appartenenti all’area di governo, l’eventuale proroga verrà valutata in seguito tenendo conto dei saldi di finanza pubblica. Sarà quindi necessario insistere in questo senso anche da parte nostra, sottolineando il carattere strategico della riqualificazione energetica del patrimonio ERP che abbina l’obiettivo della riduzione delle emissioni in atmosfera con quello di sostenere i ceti meno abbienti che, come è ovvio, sono particolarmente esposti sul fronte della povertà energetica. Vero è che con la legge 101-2021 istitutiva del Fondo Complementare al PNRR, é stato previsto un apposito programma denominato “Sicuro, verde e sociale” riservato alla riqualificazione dell’ERP per una spesa complessiva di 2 miliardi di euro nel periodo 2021-2026. Ma al tempo stesso è chiaro anche che le risorse finora destinate al 110% sono state in grandissima parte assorbite dai privati e senza effettuare una selezione rigorosa degli interventi in base alle finalità sociali e agli obiettivi di tutela ambientale. Rispetto alla distribuzione generalizzata dei benefici ricordiamo che stando all’ultimo report dell’ENEA gli investimenti asseverati per il 110% (che alla fine del 2022 ammontavano complessivamente alla mostruosa cifra di 62,5 miliardi di euro) sono destinati per il 38% alle abitazioni unifamiliari e per quasi il 16% agli edifici con massimo quattro unità immobiliari indipendenti. Rispetto all’impatto ambientale degli interventi di riqualificazione energetica ricordiamo invece che il Parlamento Europeo sta discutendo una nuova direttiva per imporre standard di prestazione energetica molto rigorosi (obbligo per gli edifici residenziale di passare alla classe energetica E entro il 2030 e successivamente in classe D) mentre in Italia il 75% del patrimonio immobiliare rientra ancora fra le classi G, F ed E che sono quelle più energivore.

 

Report Enea dicembre 2022

 Legge 6-2023 di conversione decreto aiuti quater